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Cappello, mantello e lunga barba a biancheggiar nel mezzo. Era facile riconoscere Donnino Rumi in una qualsiasi folla (anche se nessuno può dire di averlo visto mai mischiarsi alla folla). Ed è altrettanto facile riconoscere tra mille un suo dipinto (anche se a nessuno è toccato mai di vederne uno nelle tante collettive che Bergamo, così ricca di talenti artistici, ama apprestare).
È forse la prima volta che è possibile ripercorrere l'intera vicenda di Donnino Rumi pittore attraverso le sue opere, in questo volume dedicatogli a tre anni dalla morte.
Per molti che hanno nella memoria il suo nome perchè legato a tante pagine dell'industria e dello sport, può essere una sorpresa.
L'industria vide Donnino Rumi protagonista nell'azienda paterna sin da giovane, quando pure si manifestò prepotente la vocazione per la pittura.
Subito dopo la seconda guerra mondiale altre avventure portarono il nome Rumi in tutto in mondo con la motocicletta che fu l'idolo degli sportivi per i tanti records conquistati.
Ne ricordiamo uno per tutti. Era il 1954 (quando il "made in Italy" arrancava ancora fra le sciagure delle devastazioni belliche): quattro motociclette <<Rumi>> approdarono in Gran Bretagna per la "Sei giorni internazionale". Quattro motociclette partite, quattro arrivate, quattro medaglie d'oro e la prima squadra fra le industrie di ogni continente.
Vi è una pittura di Donnino Rumi anche di quegli anni, perchè l'intimo conflitto durò a lungo. Sino al 1962, quando la vecchia officina chiuse i battenti.
Da allora, Donnino Rumi soltanto pittore. Ed esplose quella sua, quasi ossessiva, ricerca del colore come documentano le immagini accessibili in questa collezione, non dimenticando i pregevoli risultati ottenuti dal Rumi nelle sue performance come scultore e disegnatore.
Informazioni tratte da "Pittori Bergamaschi Contemporanei II, Gianni
Cavazzini"